L’abitudine di digrignare i denti durante il sonno, prende il nome di Bruxismo. Tale fenomeno consiste in uno sfregamento associato ad un serramento, involontario e violento, dei denti delle due arcate (inferiore e superiore). Talvolta, tale abitudine che spesso può essere rumorosa e fastidiosa, non tanto per chi la esegue, ma per chi gli sta vicino, è considerata un’attività anomala, non finalizzata ad uno scopo, e in quanto tale deve essere opportunamente corretta.
Chi soffre di bruxismo, generalmente non si rende conto di digrignare i denti. Al risveglio, però, potrebbe lamentare una fastidiosa sensazione di dolore a livello della mandibola.
Perché tale fenomeno deve essere corretto?
In presenza di bruxismo i denti subiscono una progressiva usura, che appare come una limatura a livello dello smalto: il consumo dei denti è causato dal continuo sfregamento degli stessi, che facilita l’insorgenza delle carie, poiché lo smalto è continuamente soggetto a sollecitazione. Nei casi di bruxismo più grave, il paziente potrebbe subire anche un danneggiamento dell’osso alveolare ed un possibile “scollamento” delle gengive; inoltre, in alcuni soggetti, la raschiatura tra i denti avviene in modo così intenso da evidenziare la dentina, favorendo ancor più l’abrasione dentale.
Ci sono dei casi in cui il fenomeno avviene in modo non rumoroso e passare del tutto inosservato. In queste circostanze, sono fondamentali le visite ordinarie di controllo presso il proprio dentista, il quale sarà il solo in grado di farlo presente.
Si parla di bruxismo primario quando si manifesta in soggetti sani; il bruxismo secondario, invece, deriva da sostanze chimiche o farmaceutiche che lo favoriscono (farmaci anti-psicotici, antidepressivi e sostanze stupefacenti in genere).
L’unico rimedio contro il Bruxismo è, attualmente, il bite, utilizzato allo scopo di proteggere i denti dall’erosione determinata da quest’azione del tutto involontaria.