I denti del giudizio sono in totale quattro molari, situati nella posizione più estrema dell’arcata dentale. Il loro nome deriva dal fatto che, generalmente, la loro comparsa, rispetto agli altri denti, avviene in tarda età (tra il diciassettesimo ed il venticinquesimo anno di età). Una loro particolarità è data dal fatto che, in alcuni casi, possono essere anche più di quattro, in altri meno di quattro, in altri casi ancora possono anche non spuntare e rimanere coperti dalle gengive, o spuntare solo in parte.
Quando i denti del giudizio non sono orientati perfettamente, e crescono facendo pressione sugli altri elementi dentali, possono portare a una serie di patologie, come carie, ascessi, cisti e persino pericoroniti, ma anche alitosi (causata dalle gengiviti) e formazione di tasche gengivali.
Si ricorre all’estrazione dei denti del giudizio quando producono problemi gravi o invalidanti, come appunto infiammazioni continue alle gengive circostanti o addirittura compromissione degli elementi vicini.
Pare ormai definitivamente accertato che i denti del giudizio non abbiano alcuna utilità né ai fini della masticazione, né tantomeno a livello estetico. Essi non sono altro che una sorta di componente ereditaria pervenuta dagli antichi ominidi, che per ovvie ragioni sottostavano a una dieta molto primitiva, fatta di alimenti duri e tenaci. Per questa ragione, i nostri antenati avevano bisogno di una dentatura più forte e resistente che permettesse loro di masticare e, dunque, alimentarsi ai fini della sopravvivenza.
Oggi i denti del giudizio hanno perso la loro utilità perché la nostra dieta si è, per così dire, “raffinata” ed è composta prevalentemente da alimenti morbidi che non necessitano assolutamente di una masticazione vigorosa.